La Parrocchia di Santa Marina Vergine si trova a Filandari in provincia di Vibo Valentia
Sacerdote don Alessandro Mazzitelli
L'afflusso monastico in occidente verificatosi intorno al secolo VII comportò l'introduzione di codici, immagini sacre, usi e costumi dell'oriente. Nei secoli IX e X, allorquando i Saraceni occuparono la Sicilia, monaci e gente di ogni condizione sociale abbandonarono l'isola raggiungendo la Calabria; per effetto di tale emigrazione nella nostra regione sorsero fino a 400 Monasteri tra cui quello della città di Mesiano (2000 abitanti circa) intitolato a San Basilio. Naturalmente la liturgia praticata nelle chiese era quella greca con l'introduzione del culto di parecchi santi che prima venivano venerati soltanto nell'Oriente; in questa circostanza, probabilmente fu introdotto il culto di santa Marina in Calabria e, quindi, a Filandari.
Un'antica fonte scritta che conferma il culto ultrasecolare della nostra Santa risulta essere il "Regesto Vaticano per la Calabria" di padre Francesco Russo il quale riporta alla data del primo giugno 1530: "Iacobello Parone providetur de parocchiali ecclesia S. Marinae, casalis Filandari, Militen. dioc., vac. per resignationem Bernardini Barone. In un'altro importante documento storico datato 4 maggio 1586, che riguarda la visita pastorale di monsignor Marco Antonio del Tufo, si legge: "Mons. Ill.mo Vescovo di MIleto, continuando detta sua visita... andò a visitare la parrocchiale chiesa del casale di Filandari nella quale essendo entrato e fatto alquanto orazione avanti il SS. Sacramento il quale era in una cappella a man destra dell'altare maggiore... la quale chiesa si chiama Santa Marina. Nella visitazione comparve don Salusti di Ragona e disse esso essere rettore della detta chiesa... et continuando la sua visitazione visitò l'altare maggiore... sopra del quale stava un quadro di tela dove stavano pitte le infratte figure della Madonna SS.ma, di Santa Marina e di San Nicola".
La grande devozione verso la Protettrice spinse il popolo filandarese a costruire una nuova chiesa perchè quella esistente era molto degradata "era alastracata con sepolture sconce". Intorno al 1740 ebbero inizio i lavori di detta chiesa, terminarono nel 1753 anche se la chiesa fu consacrata nell'anno 1750 essendo vescovo monsignor Marcello Filomarino e arciprete il concittadino don Giovanni Arena. L'interno della chiesa si presentava con setta altari e con due navate.
Questa chiesa durata circa 170 anni è stata interessata da numerosi terremoti avvenuti nel 1783, nel 1905 e nel 1908; quest’ultimo terremoto verificatosi il 28 dicembre 1908, ore 5,21 causò gravi danni tanto che il vescovo del tempo, monsignor Paolo Albera inserì la nostra chiesa nel piano di ricostruzione previsto per molte chiese della diocesi. Infatti, intorno al 1925 ebbero inizio i lavori di demolizione e di costruzione dell’attuale chiesa che fu consacrata e aperta la culto il primo novembre del 1933.
Arrivo della statua di Santa Marina a Filandari
In merito all’anno in cui la statua della Santa giunse a Filandari non si hanno dati certi, l’opera risale all’inizio del 1700. Nella popolazione di Filandari e del circondario corre la seguente versione, tra l’altro raccontata e pubblicata nella rivista La Calabria, n. 9, Anno VI, 1894: “Si racconta che quei di Tropea mandarono a Venezia una commissione di otto persone perché comprassero una statua della santa e la portassero al loro paese; ma al ritorno mentre si trovavano vicino ai Pioppi (Mesiano),
Un'antica fonte scritta che conferma il culto ultrasecolare della nostra Santa risulta essere il "Regesto Vaticano per la Calabria" di padre Francesco Russo il quale riporta alla data del primo giugno 1530: "Iacobello Parone providetur de parocchiali ecclesia S. Marinae, casalis Filandari, Militen. dioc., vac. per resignationem Bernardini Barone. In un'altro importante documento storico datato 4 maggio 1586, che riguarda la visita pastorale di monsignor Marco Antonio del Tufo, si legge: "Mons. Ill.mo Vescovo di MIleto, continuando detta sua visita... andò a visitare la parrocchiale chiesa del casale di Filandari nella quale essendo entrato e fatto alquanto orazione avanti il SS. Sacramento il quale era in una cappella a man destra dell'altare maggiore... la quale chiesa si chiama Santa Marina. Nella visitazione comparve don Salusti di Ragona e disse esso essere rettore della detta chiesa... et continuando la sua visitazione visitò l'altare maggiore... sopra del quale stava un quadro di tela dove stavano pitte le infratte figure della Madonna SS.ma, di Santa Marina e di San Nicola".
La grande devozione verso la Protettrice spinse il popolo filandarese a costruire una nuova chiesa perchè quella esistente era molto degradata "era alastracata con sepolture sconce". Intorno al 1740 ebbero inizio i lavori di detta chiesa, terminarono nel 1753 anche se la chiesa fu consacrata nell'anno 1750 essendo vescovo monsignor Marcello Filomarino e arciprete il concittadino don Giovanni Arena. L'interno della chiesa si presentava con setta altari e con due navate.
Questa chiesa durata circa 170 anni è stata interessata da numerosi terremoti avvenuti nel 1783, nel 1905 e nel 1908; quest’ultimo terremoto verificatosi il 28 dicembre 1908, ore 5,21 causò gravi danni tanto che il vescovo del tempo, monsignor Paolo Albera inserì la nostra chiesa nel piano di ricostruzione previsto per molte chiese della diocesi. Infatti, intorno al 1925 ebbero inizio i lavori di demolizione e di costruzione dell’attuale chiesa che fu consacrata e aperta la culto il primo novembre del 1933.
Arrivo della statua di Santa Marina a Filandari
In merito all’anno in cui la statua della Santa giunse a Filandari non si hanno dati certi, l’opera risale all’inizio del 1700. Nella popolazione di Filandari e del circondario corre la seguente versione, tra l’altro raccontata e pubblicata nella rivista La Calabria, n. 9, Anno VI, 1894: “Si racconta che quei di Tropea mandarono a Venezia una commissione di otto persone perché comprassero una statua della santa e la portassero al loro paese; ma al ritorno mentre si trovavano vicino ai Pioppi (Mesiano),
colti da un forte temporale, furono costretti a riparare in una chiesetta a Filandari. La mattina seguente, essendosi rimesso il tempo cercavano i Tropeani di riprendere la loro statua e continuare il viaggio per Tropea; ma non fu possibile perché la statua era diventata così pesante che nessuna forza umana poteva muovere. Visti inutili i loro sforzi e intesa d’altra parte l’intenzione della Santa di rimanere a Filandari, ve la lasciarono. Pretendevano però che i filandaresi li ricompenssassero delle spese fatte; ma quelli, approfittando della irrevocabile deliberazione di cui Santa Marina aveva dato prova col non lasciarsi muovere dal suo posto, risposero che essi non avevano bisogno di santi e se la portassero pure via”.
Questa leggenda è molto suggestiva e come tale bisogna considerarla.
Festività del 17 luglio
Il calendario ecclesiastico della diocesi di Mileto stabilisce la festività di Santa Marina Vergine per Filandari e Polistena, luoghi posti sotto la protezione della Santa il 17 luglio, giorno in cui avvenne la traslazione – anno 1231 – del corpo da Costantinopoli a Venezia.
Pertanto, nel suddetto giorno si festeggia solennemente la nostra Patrona, la cui statua passa innanzi a ogni casa del paese. E’ ancora usanza a Filandari, nel giorno della festa, vestire i bambini con l’abito simile a quello della Santa per grazie ricevute o per voti fatti nelle diverse situazioni della vita.
Il calendario ecclesiastico della diocesi di Mileto stabilisce la festività di Santa Marina Vergine per Filandari e Polistena, luoghi posti sotto la protezione della Santa il 17 luglio, giorno in cui avvenne la traslazione – anno 1231 – del corpo da Costantinopoli a Venezia.
Pertanto, nel suddetto giorno si festeggia solennemente la nostra Patrona, la cui statua passa innanzi a ogni casa del paese. E’ ancora usanza a Filandari, nel giorno della festa, vestire i bambini con l’abito simile a quello della Santa per grazie ricevute o per voti fatti nelle diverse situazioni della vita.
Ma il momento più toccante e più suggestivo del culto reso alla Santa si verifica la sera del 15 luglio con la “calata o scinduta” di Santa Marina che lascia la sua nicchia per scendere in mezzo alla sua gente. L’attuale sistema, adottato per più solennizzare la discesa, e andato in uso per la prima volta nel 1945 e consiste in una scala con delle scanalature laterali interne nelle quali scorre la base su cui poggia la statua. Detto meccanismo fu suggerito dal Dr. Cortese di Vibo Valentia, allora veterinario a filandari, e relazzito dal falegname Polito Giuseppe “detto mastru Pinu”.
Come l’afflusso monastico dall’oriente portò con sé usi e costumi nella nostra regione così i nostri emigranti nella repubblica Argentina e negli Stati Uniti introdussero, tra l’altro, il culto alla della nostra Santa.
Correva l’anno 1961 quando a Buenos Aires un gruppo di emigrati filandaresi tra cui Antonio Cacciatore, Antonio Mangone, Francesco Rumbolà, Pasquale Artusa, Francesco Romano, Eugenio Crudo, Giuseppe Mangone, Antonuzzo Zagari,Andrea Artusa e Vincenzo Romano si interessò di commissionare la statua della nostra Santa nella parrocchia di Nuestra Señora de la Candelaria, Bahia Blanca 363. La relativa festa che fino a pochi addietro rivestiva il carattere di festa civile religiosa, oggi si celebra solamente quella religiosa nella giornata della terza domenica di dicembre.
Nello stato di New York e precisamente a Inwood, fin dal 1921 nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio, Wancer Ave, sempre ad opera degli emigrati filanda resi tra cui Antonio Grillo, Pasquale Cimato di Giuseppe Cimato, è presente la statua di Santa Marina.
La festa sia religiosa che civile si celebra ogni anno il sabato più vicino al 17 luglio ed in tale occasione, dopo la processione, la statua della Santa, solennemente collocata nella piazza antistante alla chiesa, rimane alla venerazione dei numerosissimi devoti fino alla mezza notte circa quando, cioè, terminano i festeggiamenti civili.
Reliquie della Santa
Il popolo di Filandari ha sempre avvertito il desiderio di avere qualche Reliquia del miracoloso corpo della santa custodito nella chiesa di Santa Maria Formosa in Venezia.
La nostra parrocchia riuscì ad ottenere la prima reliquia intorno al 1930 grazie all’interessamento, a quanto si racconta, del cav. Giuseppe Fransoni. C’era l’usanza, fino agli anni 50 portare la suddetta Reliquia nell’abitazione delle persone gravemente ammalate in segno di aiuto e conforto; si racconta che diverse persone, alla presenza della reliquia, hanno ottenuto sensibili miglioramenti del loro stato di salute.
Una seconda reliquia il popolo di Filandari riuscì ad averla nel 1991. Dopo diversi tentativi finalmente ai primi di aprile del 1991 venne formata la commissione al fine di effettuare la ricognizione canonica sul corpo di Santa Marina il ché avvenne il 21 aprile del 1991; in questa fase e stato prelevato qualche frammento per formare delle reliquie. La reliquia destinata alla parrocchia di Filandari consiste in un pezzetto della costola sinistra del corpo di Santa Marina collocata in un reliquiario commissionato dal sottoscritto.
La venerata reliquia giunse a Filandari alle ore 20,30 del 15 luglio 1991 e fu consegnata alla comunità parrocchiale direttamente dal parroco della chiesa di Santa Maria Formosa: don Amedeo Trucolo.
Santa consolatrice
Ovunque c'è stata una lacrima da asciugare, un dolore da lenire, uno spirito affranto da risollevare, una famiglia da soccorrere, lì è stata presente la nostra Protettrice. Sono molte le persone che possono affermare: Santa Marina mi ha consolato nella malattia, mi ha salvato nel pericolo, mi ha protetto nella necessità. Molte storie sono note tra il popolo filandarese; ecco alcune testimonianze.
I fratelli Artusa Alfredo, Ciccio, Pino e Rocco, ritornando dalla campagna per partecipare alla novena di Santa Marina, si trovavano a circa 30 metri dal luogo dove il 10 luglio del 1943, intorno alle ore 17,00, in prossimità del ponte "du fadettu" cadde una bomba di grosse dimensioni lanciata dagli anglo-americani durante la II guerra mondiale. L'ordigno di grande potenza non scoppiò; nel caso fosse scoppiato avrebbe provocato gravissimi danni ai quattro giovanotti e alle altre persone che si trovavano nelle vicine abitazioni rurali.
Sorrentino Gioacchino, ritenendo di non riuscire più a ritornare a casa dal fronte africano dove durante la II guerra mondiale fu fatto prigioniero nel 1941, si rivolse alla Santa Protettrice. Ottenuta la grazia, nel 1948 potè abbracciare la sua famiglia sano e salvo ed in segno di gratitudine organizzò per oltre un ventennio la festa in onore di Santa Marina.
Romanello Marino fu Vincenzo, coinvolto nella mattina del 17 luglio 1992 in un gravissimo incidente stradale, rimase per diversi giorni tra la vita e la morte; ottenne la guarigione grazie all'intercessione della Santa.
Paolo Polito, residente a Vibo Valentia, chiese aiuto e protezione a Santa Marina in quanto i medici nel 1989 gli riscontrarono una gravissima malattia; sottoposto ad un intervento chirurgico, le sue condizioni di saluti cominciarono a progredire tanto che riacquistò la salute. Ogni anno il giorno nel giorno della festa rendeva visita alla Santa in segno di sincera riconoscenza.
Si andrebbe troppo per le lunghe se si volessero riferire le numerosissime testimonianze di grazie ricevute; tra le moltissime sono state ricordate alcune perché aumenti in tutti la devozione e la fiducia verso Santa Marina.
Correva l’anno 1961 quando a Buenos Aires un gruppo di emigrati filandaresi tra cui Antonio Cacciatore, Antonio Mangone, Francesco Rumbolà, Pasquale Artusa, Francesco Romano, Eugenio Crudo, Giuseppe Mangone, Antonuzzo Zagari,Andrea Artusa e Vincenzo Romano si interessò di commissionare la statua della nostra Santa nella parrocchia di Nuestra Señora de la Candelaria, Bahia Blanca 363. La relativa festa che fino a pochi addietro rivestiva il carattere di festa civile religiosa, oggi si celebra solamente quella religiosa nella giornata della terza domenica di dicembre.
Nello stato di New York e precisamente a Inwood, fin dal 1921 nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio, Wancer Ave, sempre ad opera degli emigrati filanda resi tra cui Antonio Grillo, Pasquale Cimato di Giuseppe Cimato, è presente la statua di Santa Marina.
La festa sia religiosa che civile si celebra ogni anno il sabato più vicino al 17 luglio ed in tale occasione, dopo la processione, la statua della Santa, solennemente collocata nella piazza antistante alla chiesa, rimane alla venerazione dei numerosissimi devoti fino alla mezza notte circa quando, cioè, terminano i festeggiamenti civili.
Reliquie della Santa
Il popolo di Filandari ha sempre avvertito il desiderio di avere qualche Reliquia del miracoloso corpo della santa custodito nella chiesa di Santa Maria Formosa in Venezia.
La nostra parrocchia riuscì ad ottenere la prima reliquia intorno al 1930 grazie all’interessamento, a quanto si racconta, del cav. Giuseppe Fransoni. C’era l’usanza, fino agli anni 50 portare la suddetta Reliquia nell’abitazione delle persone gravemente ammalate in segno di aiuto e conforto; si racconta che diverse persone, alla presenza della reliquia, hanno ottenuto sensibili miglioramenti del loro stato di salute.
Una seconda reliquia il popolo di Filandari riuscì ad averla nel 1991. Dopo diversi tentativi finalmente ai primi di aprile del 1991 venne formata la commissione al fine di effettuare la ricognizione canonica sul corpo di Santa Marina il ché avvenne il 21 aprile del 1991; in questa fase e stato prelevato qualche frammento per formare delle reliquie. La reliquia destinata alla parrocchia di Filandari consiste in un pezzetto della costola sinistra del corpo di Santa Marina collocata in un reliquiario commissionato dal sottoscritto.
La venerata reliquia giunse a Filandari alle ore 20,30 del 15 luglio 1991 e fu consegnata alla comunità parrocchiale direttamente dal parroco della chiesa di Santa Maria Formosa: don Amedeo Trucolo.
Santa consolatrice
Ovunque c'è stata una lacrima da asciugare, un dolore da lenire, uno spirito affranto da risollevare, una famiglia da soccorrere, lì è stata presente la nostra Protettrice. Sono molte le persone che possono affermare: Santa Marina mi ha consolato nella malattia, mi ha salvato nel pericolo, mi ha protetto nella necessità. Molte storie sono note tra il popolo filandarese; ecco alcune testimonianze.
I fratelli Artusa Alfredo, Ciccio, Pino e Rocco, ritornando dalla campagna per partecipare alla novena di Santa Marina, si trovavano a circa 30 metri dal luogo dove il 10 luglio del 1943, intorno alle ore 17,00, in prossimità del ponte "du fadettu" cadde una bomba di grosse dimensioni lanciata dagli anglo-americani durante la II guerra mondiale. L'ordigno di grande potenza non scoppiò; nel caso fosse scoppiato avrebbe provocato gravissimi danni ai quattro giovanotti e alle altre persone che si trovavano nelle vicine abitazioni rurali.
Sorrentino Gioacchino, ritenendo di non riuscire più a ritornare a casa dal fronte africano dove durante la II guerra mondiale fu fatto prigioniero nel 1941, si rivolse alla Santa Protettrice. Ottenuta la grazia, nel 1948 potè abbracciare la sua famiglia sano e salvo ed in segno di gratitudine organizzò per oltre un ventennio la festa in onore di Santa Marina.
Romanello Marino fu Vincenzo, coinvolto nella mattina del 17 luglio 1992 in un gravissimo incidente stradale, rimase per diversi giorni tra la vita e la morte; ottenne la guarigione grazie all'intercessione della Santa.
Paolo Polito, residente a Vibo Valentia, chiese aiuto e protezione a Santa Marina in quanto i medici nel 1989 gli riscontrarono una gravissima malattia; sottoposto ad un intervento chirurgico, le sue condizioni di saluti cominciarono a progredire tanto che riacquistò la salute. Ogni anno il giorno nel giorno della festa rendeva visita alla Santa in segno di sincera riconoscenza.
Si andrebbe troppo per le lunghe se si volessero riferire le numerosissime testimonianze di grazie ricevute; tra le moltissime sono state ricordate alcune perché aumenti in tutti la devozione e la fiducia verso Santa Marina.
Santa Marina in Filandari
Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea
La diocesi di Mileto (sec. XI) fondata dai Normanni e succeduta alle antiche diocesi di Vibona e Taureana (sec IV ca.), la diocesi di Nicotera (sec. VI), la diocesi di Tropea (sec. VIII), costituiscono, dopo il decreto della Congregazione per i Vescovi del 30/09/1986, una nuova circoscrizione ecclesiastica, derivante appunto dalla piena unione o fusione delle tre distinte diocesi di Mileto, di Nicotera e di Tropea. Le diocesi di Nicotera e Tropea, già unite dal 1818 aeque principaliter, erano state unite in persona episcopi alla diocesi di Mileto nel 1973. La sede giuridica della nuova diocesi è nella città di Mileto (VV).
La diocesi oggi occupa un comprensorio unitario ed omogeneo, tra il fiume Angitola (nord) e il fiume Mesima (sud), che compone quasi per intero la provincia civile di Vibo Valentia. E’ suffraganea della Metropolia di Reggio Calabria - Bova; Ordinario d’appello: il Tribunale Regionale di Reggio Calabria. Patroni della diocesi sono: Maria SS., sotto i titoli dell’Assunta e di Romania, e S. Nicola Vescovo.
BIOGRAFIA DI S. Ecc. Mons. Attilio Nostro
S.E. Mons. Attilio Nostro è nato il 6 agosto 1966 a Palmi, provincia di Reggio Calabria e Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi. Entrato nel Pontificio Seminario Romano Maggiore, ha conseguito il Baccalaureato in Filosofia e Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e la Licenza in Studi su Matrimonio e Famiglia presso la Pontificia Università Lateranense.
È stato ordinato sacerdote il 2 maggio 1993 per la Diocesi di Roma.
Ha ricoperto i seguenti incarichi: Vicario Parrocchiale di S. Maria delle Grazie al Trionfale (1993-1995) e di Gesù Divino Lavoratore (1995-2001); Parroco di S. Giuda Taddeo (2001-2014). Dal 2011 è stato Prefetto della XIX Prefettura della Diocesi di Roma per un quadriennio. Dal 2014 finora è stato Parroco di S. Mattia a Roma e insegnante di religione cattolica presso il Liceo Scientifico Nomentano.
L’ordinazione episcopale è avvenuta il 25 settembre nella Basilica Cattedrale di San Giovanni in Laterano.
Vescovi di Mileto
- Arnolfo (…1081 – 1086 …)
- Diosforo (… 1086 – 1091 …)
- Goffredo De Luzzi (1091 – 1099)
- Eberardo (1099 – 1101)
- Roberto de Parisio (1101 – 1104)
- Ugo (1104 – 1110)
- Giovanni (1110 – 1119)
- Goffredo (1119 – 1130)
- Stefano (1130 – 1168)
- Anselmo (1168 – 1181)
- Tommaso (1181 – 1196)
- Giovanni (1196 – 1198)
- Nicola (1198 – 1207)
- Pietro (1207 – 1215)
- Ruggiero (1216 – 1233)
- Riccardo (1233 – 1252)
- Domenico (1252 – 1281)
- Diodato (1282 – 1286)
- Saba Malaspina (1286 – 1298)
- Andrea (1298 – 1312)
- Manfredi Giffone (1312 – 1328)
- Goffredo Fazzari (1329 – 1348)
- Pietro Valeriani (1349 – 1369)
- Tommaso Buccamungellis (1373 – 1391)
- Andrea D’Alagni (1392 – 1402)
- Card. Corrado Caracciolo (1402 – 1408)
- Domenico (1408 – 1437)
- Antonio Sorbilli (1437 – 1464)
- Cesare Gaetano (1464 – 1473)
- Narciso di Verduno (1473 – 1477)
- Antonio De Pazzi (1477 – 1480)
- Giacomo della Rovere (1480 – 1504)
- Card. Francesco Alidosio (1504 – 1505)
- Francesco della Rovere (1506 – 1508)
- Card. Andrea della Valle (1508 – 1523)
- Quinzio de Rusticis (1523 – 1566)
- Card. Inico Avalos D’Aragona (1566 – 1573)
- Giovanni Mario D’Alessandris (1573 – 1585)
- Marco Antonio Del Tufo (1585 – 1606)
- Card. Giovanni Battista Lenio (1608 – 1611)
- Card. Felice Centini (1611 – 1613)
- Virgilio Capponi (1613 – 1631)
- Maurizio Centini (1631 – 1639)
- Gregorio Panzani (1640 – 1660)
- Diego Morelli Castiglione (1662 – 1668)
- Ottavio Paravicino (1681 – 1695)
- Domenico Antonio Bernardini (1696 – 1723)
- Ercole Michele Aierdi D’Aragona (1723 – 1734)
- Marcello Filomarini (1734 – 1756)
- Giuseppe Maria Carafa (1756 – 1785)
- Enrico Capece Minutolo (1792 – 1824)
- Vincenzo Maria Armentano (1824 – 1846)
- Filippo Mincione (1847 – 1882)
- Luigi Carvelli (1882 – 1888)
- Antonio Maria De Lorenzo (1889 – 1898)
- Giuseppe Morabito (1898 – 1922)
- Paolo Albera (1924 – 1943)
- Enrico Nicodemo (1945 – 1952)
- Vincenzo De Chiara (1953 – 1979)
- Domenico Cortese (1979 – 1986)
- Luigi Renzo (2007 - 2021)